martedì 20 luglio 2010

L’orgoglio fa novanta (chili)

L'attrice extra-large Elena Guerrini: «Oggi la 42 più che una taglia è un burqa»

All’ex Pini il monologo «Bella tutta!» contro il mito della magrezza

Elena Guerrini in scena

«Sono grassa, peso 90 chili, e mi piaccio così ». Elena Guerrini attrice «fuori format» (per il peso) è soprattutto una donna coraggiosa che non ha nessun timore a mostrarsi per quello che è. Anzi fa di più. «Al posto di mettermi a dieta ho deciso di raccontare i miei grassi giorni felici con “Bella tutta!”, un ironico e feroce urlo contro il mito della magrezza e il business della cosmesi» (la regia è di Andrea Virgilio Franceschi). Immersa in una scena rosa fucsia, lo stesso colore del tutù che indossa e degli oggetti che la circondano, l’attrice dà voce domani all’ex Pini al suo alter ego, Winnie Plitz, una sorta di Winnie beckettiana di «Giorni felici» dalla cui borsa emergono i simboli di un universo femminile fatto di riviste di moda, spazzole, occhiali, barbie-feticcio, specchi e abat-jour.

Oggetti che le danno identità, condizionando la sua vita. «È il fascismo rosa in cui viviamo, un modello in cui ogni donna, che le piaccia o no, è costretta a confrontarsi», sottolinea l’attrice toscana. Una dittatura in cui la dieta è solo l’effetto più evidente. «È il più potente sedativo politico della storia delle donne. Una popolazione con una tale tranquilla ossessione è una popolazione facilmente manipolabile » ricorda l’attrice, citando Naomi Wolf. «Oggi la 42 più che una taglia è diventato il nostro burqa — continua la Guerrini — è il limite imposto dalla società dell’immagine, da quel c.u.b.o., Canone Unico di Bellezza Omologata, che ci ha sottratto ogni forma di originalità. Per quanto mi riguarda in quindici anni di diete, ho perso 310 chili e ne ho ripresi 325, sembra assurdo ma è cosi».

Tra una battuta e un’invettiva, una canzone delle Radici del Cemento e un’altra dei Noir Desir, Winnie non perde l’occasione di allertare sulle conseguenze che tutto ciò produce: «Siamo vittime e carnefici di noi stesse, dobbiamo imparare ad accettare il nostro corpo. Negli ultimi anni abbiamo conquistato più potere d’acquisto, ma se parliamo di autostima siamo più arretrate delle nostre nonne». «Bella tutta!» più che uno spettacolo è un vero progetto. Oltre a una serie di performance realizzate per le scuole, Elena Guerrini sul suo blog propone il video «Pretendi di più», realizzato con Andrea Bastogi.

L’indirizzo è www.bellatutta.blogspot.com



Concordo pienamente con quanto dice Elena Guerrini, le donne italiane sono talmente concentrate su se stesse e su come devono, per forza, apparire, belle, giovani e magre, che tutto il resto passa in secondo piano, anche la libertà di essere quello che si è, senza sentirsi obbligate a essere fighissime e all'ultima moda.

Io sono un'amante delle scarpe, ne ho più di 100 paia, ma quest'anno non ne ho comprate, perchè nei negozi si trovano solo ballerine (le ho già di 6 colori diversi) oppure strani aggeggi di tortura, con plateau minimo 2 cm. e tacco tra i 12 e i 14 cm.

A parte il fatto che vorrei vedere una donna qualunque, come me, stare tutto il giorno su simili trampoli (garantiti mal di schiena e storte sul pavè milanese), mi sembrano più scarpe da zoccola, che da signora.

La volgarità dell'abbigliamento e degli accessori che si vedono in giro, fanno sempre più diventare le donne un oggetto sessuale, tutto dedicato e destinato all'uso del maschio.

Non si tratta più di essere belle, ma di attirare più sguardi e attenzioni del maschio, senza considerare che le estremizzazioni sono sempre ridicole, quando non diventano pericolose.

Dal mio punto di vista siamo già ampiamente nell'area pericolo.

Pericolo di perdere la nostra libertà di scegliere, di essere come vogliamo e non come ci viene imposto da altri.

Nessuno ha mai pensato che la maggior parte degli stilisti sono omosessuali?
Come possono amare le donne e creare abiti belli per noi?
Infatti creano abiti per donne "tavole da stiro", senza forme, senza seno, senza sedere, insomma per esseri asessuati.

E noi dovremmo adeguarci e accettare di essere trasformate e private della nostra femminilità?

Io mi rifiuto e sono fiera del mio sovrappeso.

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