sabato 10 dicembre 2011

E via, le foglie alla fine volano...

Ho lasciato VCP.

Le foglie o marciscono, oppure volano via.

Io sono di quelle che volano via.

Dato che nella gabbia dei gerbilli, il mio posticino e' stato preso da altri, ho preferito lascare la comoda cuccia e uscire fuori.

Ho sempre pensato che e' meglio rischiare che morire, oltretutto morire marciti fa abbastanza schifo e puzza un bel po'.

Quindi eccomi di nuovo in gioco, in una nuova gabbia, dove sono entrata da poco, ma gia' mi rendo conto che invece che con gerbilli ho a che fare con galline isteriche.

Nella mia vecchia gabbia tutto mi era familiare, le dinamiche sempre le stesse e riuscivo a tenere tutto sotto controllo.

Ora sono daccapo e sta volta devo cercare di capire come controllare l'esubero di ormoni e progesterone.

L'introduzione di una grossa quota di testosterone sarebbe l'ideale, ma sembra che su questo mercato ce ne sia pochissimo.

Tornando ai gerbilli, saltuariamente ricevo notizie terrificanti, regna il terrore e molti sono stati cacciati, senza trovar loro un'altra gabbia, o se ne sono andati per la disperazione e vagano raminghi.

VCP, dalla sua torre di comando, arroccato sul suo trono di cristallo, in mezzo a posacenere pieni di mozziconi di sigarette, ha completamente distrutto il tessuto di relazioni e supporto che si era creato e ora vige la legge del "mors tua, vita mea".

Nonostante tutto, io mi ci trovavo bene, coi gerbilli, di sicuro meglio che con le galline isteriche, pero' probabilmente facevo cosi' tanta paura a VCP, che prima o poi mi avrebbe fatto assassinare.

La sua "mano longa", l"Essere Triste" di nome e di fatto, mi aveva gia' minacciata, in passato, e ora, senza piu' Pongo a proteggermi, avrebbero avuto la strada spianata.

D'altra parte io non sono uno personaggio che sta zitto, lascio sempre un segno e, come mi disse l'Essere Triste, mi faccio notare, non sono subumano come vengono giudicati gli altri gerbilli, sono di una scomodita' pazzesca perche' penso.

martedì 12 luglio 2011

E dopo che sei marcita ben bene, ecco VCP

Ammetto che un minimo di aspettativa c'era.
Pongo se ne andava e magari il nuovo gerbillone sarebbe stato meglio.
Mai avere aspettative favorevoli, mi dicevo, e meno male!!
VCP (voglio comando e posso) e' un maleducato dittatore in miniatura, primo perche' e' un gerbillo e notoriamente non sono grossi animali e poi perche' governa una gabbietta di pseudo topolini.
VCP si e' presentato in modo aggressivo, sgradevole, imperativo e senza rispetto per nessuno degli altri gerbilli.
Ci ha radunati tutti in un angolo della gabbia e ci ha tenuto un concione su come e' bravo lui, splendido e fantastico e come noi, invece, siamo insignificanti, incapaci e sottosviluppati.
Ha gia' imposto il suo "stile" di comando, infrangendo una o forse piu' delle leggi dello stato gerbilliano e dichiarando con il suo comportamento, di essere superiore allo stesso stato e alle sue leggi.
Ha umiliato i suoi vice in comando assimilandoli a tutto il resto della popolazione.
Insomma, decisamente un ottimo inizio e una favolosa presentazione.
Vorrei far notare che l'ultimo VCP, di un certo rilievo, e' finito appeso in Piazzale Loreto e anche se il nostro e' di sicuro di spessore molto inferiore, i gerbilli, anche se non sono combattenti, di sicuro sono bravissimi a far affondare chiunque nelle sabbie mobili dell'ignavia e dell'indifferenza.

lunedì 9 maggio 2011

Ti lasciano lì a marcire, come le foglie in autunno

Quando la scrittura rimane l’ultima isola in cui rifugiarsi, per non avere nulla a che fare con tutti quelli che hai intorno, vuole dire che è meglio cambiare aria.
Non poter parlare con le persone per paura che qualcuno faccia la spia, dover controllare di non essere controllati, avere paura di fare qualche sbaglio e di finire nella loro rete.

Questa è l’atmosfera.

Sembra di essere ai tempi del fascismo dove più di due persone, colte insieme a parlare, era considerata sedizione.

Sembra di essere ai tempi dell’Inquisizione, quando le donne intelligenti venivano bruciate sul rogo, perché l’intelligenza non era e tuttora non è, prerogativa femminile.

Così scrivo, per non parlare e non dire nulla che potrebbe nuocermi o che potrebbe essere riferito, travisato e manipolato, cerca di stare il più possibile da sola.

Anche questo è mobbing, ma chi mi sottopone a questo trattamento non sa che io trovo sollievo nella solitudine, quando intorno a me c’è solamente una rumorosa caciara, inutile cortina di chi non ha cose intelligenti da dire, ma parla solo per non pensare che, anche a lui, prima o poi potrebbe toccare lo stesso destino.

I proverbi sono sempre saggi: “meglio soli che male accompagnati”.

E sono sola, perché anche se altri subiscono lo stesso trattamento, non osano levare la loro voce per protestare.

E non è consolante, ma agghiacciante, che alcuni siano o siano stati in queste condizioni per anni e che abbiano resistito in uno “sgabuzzino virtuale”, senza fare e dire nulla per anni, solo per arrivare alla fine del mese e pagare i conti.

Ti lasciano lì a marcire.

venerdì 25 marzo 2011

Pongo e la fuga

Rieccomi dopo una lunga pausa.
Sono successe tante cose e non so da dove cominciare.

Abbiamo una gabbia nuova, bellissima e grande, così i gerbilli possono correre per ore indisturbati.
I dispenser del cibo si sono moltiplicati, però alcuni dicono che la qualità è peggiorata...
Questi gerbilli non sono mai contenti!

Mi auguravo un periodo di pace e serenità e invece Pongo è stato messo talmente sotto pressione che ha deciso di evadere.

Non ce la fa più a correre nella ruota tutto il giorno, fino a notte fonda e anche nei fine settimana, quando prima invece, si sollazzava di cibo crogiolandosi al primo sole primaverile o godendo del termosifone che sta proprio vicino alla gabbia.

Ho scoperto che è mesi che furtivamente scava un tunnel per scappare, all’insaputa di tutti, ma alla fine la notizia è trapelata e ha scatenato un putiferio.
In questa gabbia non ci sono segreti.

All’inizio ha cercato di negare, come al solito arrampicandosi sugli specchi, ma alla fine ha ceduto e ha vuotato il sacco: vuole una gabbia tutta sua, dove lui è il capo supremo.

E bravo il nostro Pongo!
Peccato che lasci tutti nella cacca.