domenica 25 marzo 2012

Il rispetto delle regole

Purtroppo noi italiani siamo noti per il fatto che non rispettiamo le regole e le leggi.

Meno le rispettiamo e più pensiamo di sembrare agli altri più intelligenti.

Io penso il contrario, meno le rispettiamo più sembriamo dei deficienti.

Questo vale od goni livello, dal traffico, all'evasione fiscale, a qualunque altra cosa in cui non facciamo come ci viene detto, ma ci mettiamo qualcosa di nostro.

A volte va bene, un po' di creatività può rendere le cose più interessanti, ma ormai la nostra "creatività all'italiana" è solo menefreghismo e mancanza di rispetto nei confronti degli altri.

Continuo a incontrare persone che, a dispetto delle regole, anche le più chiare e ragionevoli, vogliono piegarle ai loro desiderata.

In una società civile e complessa, come la nostra, non accettare e rispettare le regole, è una delle cose peggiori che possiamo fare, perchè significa cominciare a scardinare e erodere un sistema creato perchè tutti noi riusciamo a sopravvivere permettendo anche agli altri di sopravvivere con dignità.

Stare a tavola con buona educazione, usando le posate correttamente, può forse sembrare anacronistico, ma è un primo passo per "rispettare" gli altri, così come attraversare sulle striscie, non superare a destra.

Anche nel mondoo del lavoro, dove le regole sono moltissime, accettarle e comportarsi di conseguenza è sinonimo di intelligenza, non di stupidità.
Possiamo anche non condividerle, ma se vogliamo continuare a lavorare in quella società è giusto rispettarle.
Intelligente è, invece, fare, eventualmente, delle proposte per migliorarle, non ignorarle e farsi gli affari propri.

Mi è recentemente capita un'esperienza illuminante che ben evidenzia come il "voler fare come piace a me" non funziona.

Al'interno di un gruppo strutturato e ben organizzato, in fase di espansione, si è evidenziata la solita "mina vagante" che, colta da un delirio d onnipotenza, perchè le è stata data fiducia e un po' di spazio di manovra, ha deciso di "piegare" le regole del gruppo alle sua necessità e comodità.

Dopo mesi di richiami cortesi e, in crescendo, sempre meno cortesi, la persona in questione, contunuava a comportarsi a suo piacimento, senza accettare nessun gentile suggerimento, ma andando avanti per la sua personale strada.

Alla fine le è stato tolto quasi tutto, a cominciare dalla spazio di manovra e ancor prima la fidcia di chi collaborava con lei, fino a metterla in una angolino, rendendola impotente e inoffensiva.

Così di deve fare con chi esce dalle regole.