mercoledì 10 novembre 2010

Agitazione e fibrillazione, la gabbia dei gerbilli è in tumulto

Ed eccoci di nuovo a parlare di loro, dei gerbilli.

Negli ultimi tempi nella gabbia c'è un gran movimento, gerbilli isterici che corrono da tutte le parti, squittiscono disperati e mai le ruote sono andate così veloci.

Visti da fuori sono veramente buffi, per la prima volta da quando osservo la gabbia, ci vedo una certa attività.

Pongo, il re dei gerbilli, ha delle occhiaie scure che gli cerchiamo gli occhi, tanto che sembra un mini-panda, lo stress lo fa ingrassare e spesso ha gli occhi rossi e iniettati di sangue.
Si vede ch fatica a tenere sotto controllo la situazione.

Gli altri sembrano palline da flipper impazzite e più si agitano più fanno casino.
Le imprecazioni e le maledizioni contro l'infame destino si sprecano: "Porco di qui e porco di là, ma chi me lo ha fatto fare? cosa cazzo avrà in mente quel testa di cazzo?" sono frasi assai comuni e ripetute.

Uno, in particolare, passeggia avanti e indietro, maledicendo il giorno in cui è entrato nella gabbia, stappandosi i pochi ciuffi di peli che ha in testa e imprecando nella sua lingua di origine.

Anche la gerbilla femmina, che di solito mantiene una calma olimpica, ora è quasi isterica e corre velocissima nella ruota per produrre al più presto quintali di documenti che regolarmente vengono tritati e non lasciano traccia del suo faticoso compito.

Tra l'altro l'infame padrone della gabbia, a fronte di tutto questo movimento, non gli ha aumentato le razioni di cibo, anzi gli ha tolto anche il pranzo speciale della domenica e spesso scuote la gabbia, spaventandoli a morte e ridendo quando li vede rotolare in un angolo della gabbia, con le zampine in aria, uno ammassato sull'altro.

I bei tempi del dolce far niente sono finiti, anche per i gerbilli.

giovedì 4 novembre 2010

CAFFÈ E SUCCO D’ARANCIA

Da: Vita da Segretaria

Quando ho terminato l’università avevo tanti bei sogni e poi per varie ragioni tra cui la più rilevante era come arrivare alla fine del mese e pagare le bollette, mi sono trovata a fare la segretaria.
A quanto pare questa professione sembra essere l’unico sbocco per chi fa studi umanistici e non vuole insegnare.
Non che non mi piaccia il mio lavoro, anzi, quando hai un capo intelligente, è un gran bel lavoro con molte soddisfazioni e a volte un buon stipendio.
Il nocciolo della questione è proprio il capo… «Annalisa», rimbomba nella cornetta, come al solito AA (sarà un caso che i suoi genitori lo hanno chiamato Adolfo? erano dei nazistoni e intravedevano un futuro da dittatore per il figlio?), «mi porterebbe un caffè?... per favore?».
E notare che il per favore viene dopo una pausa, come se facesse una fatica titanica a sputare fuori queste due paroline.
«Certo dottor Amabile», rispondo, e via a fare uno dei 10/20 caffè che mi tocca fare ogni giorno.
Li ho contati e ho fatto una media, che ovviamente raggiunge picchi da bar del centro, quando ci sono le riunioni; non ho invece fatto i conti dei costi, perché tanto non pago io, ma deve essere un delirio.
Lui non lo vuole nel bicchierino di carta, mi ha mandato a comprare le tazzine di ceramica e i bicchieri di cristallo da Missaglia, e meno male che ho trovato l’outlet!!!, Perché «lo standing della nostra società è questo, capisce Annalisa?» e via soldi, tanto non sono suoi, e poi, visto che mi sono rifiutata di lavare i bicchieri e le tazze, ha magnanimamente acconsentito a comprare una minilavastoviglie, ma il forno a microonde per le impiegate ovviamente no, non è fine, così a noi tocca andare a mangiare fuori e spendere 15 euro al giorno.
Tornando a noi, il caffè è pronto e la tentazione molto forte: ci sputo o non ci sputo?
È un dilemma che mi affligge da quando lavoro qui, sarei propensa, ogni volta, a farlo.
Probabilmente avrei esaurito tutta la saliva, inoltre l’educazione di mamma mi trattiene sempre: la sento sussurrare, sii superiore… ma superiore a chi, a cosa, a un romanaccio cafone che biascica il sigaro, si taglia le unghie in ufficio e si fa pure la barba con il rasoio elettrico???
OK, anche per questa volta vince la mamma, ma prima o poi… argh!
È già ora di pranzo, ma forse ce la faccio a scappare prima che gli venga fame, ma dove è Raffaella? no, porcaputtana suona il telefono e vedo che è lui, mi tocca rispondere perché sono sola in ufficio e «non si deve mai lasciare la segreteria di direzione scoperta, lo capisce vero, Annalisa?».
Mi sento condizionata come il cane di Pavlov, ormai rispondo solo agli stimoli sensoriali, il drin, drin del telefono e ai condizionamenti mentali, “…lo capisce vero, Annalisa?” è un ritornello che mi rimbalza tra le pareti del cervello come una pallina impazzita del flipper.
«Dica dottor Amabile», rispondo con la mia migliore voce da 144 erotico, «mi faccia portare un panino al prosciutto cotto, senza salse e minchiate varie e un succo d’arancia…» (pausa) «per favore», ordina perentorio, e meno male che sotto l’ufficio c’è un bar.

mercoledì 3 novembre 2010

Abbiamo osato alzare la testa

Recentemente, non solo a me, ma anche ad un'altra amica, è successo di essere stata rimessa "al suo posto".

O almeno ci hanno tentato.

Ma quale è il nostro posto? e perchè, se ce ne allontaniamo, c'è sempre qualcuno che, in modi subdoli e striscianti, tenta di farci tornare dove eravamo?

A volte neanche tanto subdoli e striscianti, ma si tratta di vere e proprie minacce.

Abbiamo osato alzare la testa, abbiamo cominciato a portare avanti un discorso che potrebbe dare molto fastidio, perchè rivendichiamo un riconoscimento che fino ad ora ci è stato negato.

Abbiamo un progetto, ci incontriamo, ne parliamo, cerchiamo supporto.

Questo non va bene, disturba, forse fà addirittura paura, perchè se riuscissimo nel nostro intento e la nostra professione venisse riconosciuta a livello contrattuale, con un percorso di carriera e la conseguente evoluzione di inquadramento e salario, nessuno potrebbe più chiederci le cose assurde che siamo, a volte, obbligate a fare.

Su quale CCNL si potrebbe scrivere che una Assistente di Direzione deve servire i caffè alle riunioni? ritirare le camicie del capo in lavanderia? spolverare le mensole dell'ufficio o pulire il pavimento?
Chi vuole si diverta pure ad andare a comprare il regalo per la moglie del capo, ma da lì a essere considerata una specie di factotum, il passo è breve.

E che dire quando, dopo averti assunta e aver preteso la laurea, conoscenza di più lingue, ottimo utilizzo di tutti i mezzi informatici e questi sono soli i titoli quantificabili, perchè poi c'è l'esperienza, le capacità di problem solving e gestione di situazioni critiche e a dir poco complesse...

Che dire, quando ci si ritrova a fare la centralinista/portinaia/cameriera?

Siamo indignate per questo trattamento!

Vogliamo mettere la parola fine a questa ridicola situazione.

Vogliamo distinguere chi è una segretaria, e qui ci potete mettere tutto quello che volete, e chi è invece una Assistente di Direzione, con competenze manageriali, un serio bagaglio professionale e anni di esperienza.

martedì 2 novembre 2010

Se alziamo la testa diamo fastidio

Anche una cara amica si è permessa di alzare la testa ed è stata subito rimessa al suo posto.

Che siano stupide scuse inventante o minacce sottili, c'è sempre qualcuno che tenta di schiacciarci, non appena una di noi cerca di fare qualcosa.

Le scuse sono banalissime, dubitano del rendimento lavorativo, perchè sei impegnata su un altro fronte, oppure ti attaccano sul personale, se non hanno nessuna prova che tu non faccia bene il tuo lavoro.

Ma quale è il nostro posto?

Pare che sia in un angolo, in silenzio, sottomesse.

Io non ci sto.

E so di aver ragione, so che qualcuno ha paura di quello che stiamo facendo e tutto questo vuole dire che siamo sulla strada giusta.

Se ci limitassimo a "fare l'uncinetto" non cercherebbero di tagliarci il filo.