mercoledì 8 settembre 2010

I selzionatori e Maga Magò sono imparentati?

Nella mia vita ho sicuramente fatto un numero mostruoso di colloqui. Questo perché dopo un po’ che lavoro per qualcuno e comincio a conoscerlo approfonditamente e a scoprirne tutti i difettucci, mi scade, come il latte fresco dopo tre giorni nel frigo, e sulla mia fronte si accende automaticamente un display luminoso ad intermittenza, che recita: sei un coglione! In genere ho un tempo di sopportazione che varia dai tre ai sei mesi, ma tengo duro fino ai sei, perché è il periodo di prova che devo superare prima di essere confermata a tempo indeterminato e poi anche perché cerco di essere veramente paziente.
Ad ogni modo, tornando ai colloqui, credo di avere veramente visto di tutto e devo dire che la mancanza di professionalità degli addetti ai lavori è spaventosa. Quelli che lavorano per le società che somministrano (e sembra che ti vogliano propinare al cliente come se tu fossi una supposta per il mal di reni!) il lavoro temporaneo sono veramente dei poveri disgraziati, senza esperienza che vengono buttati allo sbaraglio e purtroppo si fanno le ossa a spese del candidato che di solito esce da questo genere di colloquio, domandandosi con chi cazzo ha avuto a che fare…
Infatti i giovincelli, raramente superano i ventotto anni, seduti al di là della scrivania, si sentono onnipotenti e ti considerano una merdaccia, semplicemente perché stai cercando di cambiare lavoro.
Probabilmente è un retaggio culturale tipicamente italiano considerare una che cambia lavoro spesso, come uno sfigata o una pianta grane e così anche chi lavora in questo settore è fortemente condizionato dall’idea, assolutamente cretina, che uno sia affidabile e in gamba solo se ha lavorato almeno dieci anni in un’unica azienda.
In aggiunta, i test idioti si sprecano e a volte passi un pomeriggio intero a rispondere a domande che hanno ben poco a che fare con il tuo lavoro – ma qualcuno mi potrebbe spiegare perché scegliere il giusto triangolo da appaiare agli altri tre, dovrebbe dimostrare che sono una brava assistente??? Forse sarebbe meglio inserire domande di attualità e cultura generale per una professione che ben poco ha a che fare con la geometria e la matematica e molto con l’improvvisazione e la fantasia e molto, moltissimo buon senso!
Cosa me ne frega di quale è il bastardo triangolino, se poi ogni giorno il mio lavoro è gestire un’agenda, trovare informazioni di ogni tipo e rispondere educatamene al telefono? Che valore aggiunto mi dà un test del genere? sarà, forse, che analizzando le risposte di matematica e logica si scopre qualcosa che in altro modo non può essere rivelato?
E poi magari ci si dimentica di chiedere se l’inglese fluente dichiarato è realmente fluente o se una è in grado di scrivere una lettera decente basandosi solo su informazioni generiche.
Infatti, in genere l’esperienza di studio all’estero equivale alle solite quattro settimane in una famiglia, che ti fa morire di fame, e in una scuola dove il 90% degli studenti è di nazionalità italiana… e allora sì che parli inglese! tanto varrebbe andare a Rimini!
Per quanto riguardo il saper scrivere, siamo messe ancora peggio: avevo una collega in università che sapeva l’inglese meglio di me, ma faceva un sacco di errori di ortografia in italiano!
Quando poi si passa a prendere in considerazione quelli che si fanno chiamare headhunter, come se in italiano non ci fosse un termine adatto a rappresentarli, la situazione diventa veramente catastrofica.
Si suppone che questi personaggi lavorino per società specializzate nella ricerca di personale, che siano altamente qualificati e mostruosamente professionali. Bèh, non è così, infatti, le domande più personali, intime e vietate dalla legge, tipo, «ma lei vuole figli?» e tu vorresti rispondergli, fatti un pacco di cazzi tuoi, stronzo, sai benissimo che non puoi chiedermelo! Mi sono state fatte proprio dagli headhunter, neanche la mia migliore amica ha mai osato.
Nel qual caso, ti tocca abbozzare e spergiurare che ti sei fatte legare le tube giusto lo scorso anno perché «per me la carriera è tutto», pena l’eliminazione del tuo curriculum da tutti i database dell’azienda.
Uno di questi, me lo ricordo come fosse ieri, dopo venti minuti di colloquio, ha concluso l’intervista dicendomi: «a prescindere dal suo carattere, la sua preparazione non è quella che cerchiamo».
A prescindere da cosa? Ma che cazzo ne sai tu del mio carattere dopo venti minuti che parliamo di quello che ho fatto negli ultimi dieci anni??? Ma chi sei, Maga Magò con la palla di cristallo, che puoi vedere il passato e divinare il futuro??? Ma vaffanculo, deficiente!!
Lo avrei strangolato e avrei fatto bene, perché, anni dopo, e devo concedergli che, di certo, ha una memoria da elefante o forse ha solo un efficiente database, sono stata scartata da una sua collega, che, al primo incontro, si era dimostrata entusiasta e mi aveva fissato un secondo appuntamento, che non c’è mai stato, perché, a detta sua, carattere e preparazione non erano adeguati a quello che cercavano. La scema poteva almeno cambiare la scusa, no? Ma da qui si vede l’acume.
Altri non sono stati così feroci, ma di sicuro maleducati, visto che dopo ripetute assicurazioni che mi avrebbero fatto sapere sia in bene che in male, non li ho mai più sentiti. Cos’è, gli costa molto una telefonata? Magari potrebbero farla fare alla segretaria, se proprio loro non si degnano, ma no, manco quello. Ho imparato, a mie spese, che se dopo al massimo cinque giorni lavorativi non li senti, puoi considerarti fuori dai giochi.

1 commento:

  1. Se ti può consolare, a me una HH saccente voleva insegnare come organizzare la mia vita domestica e gestire i tempi da dedicare a mia figlia (che allora aveva 6 mesi...).
    Un'altra, invece, mi ha creduto cerebrolesa non appena ha scoperto che avevo una figlia:
    http://pensieridistefania.blogspot.com/2010/05/come-volevasi-dimostrare.html
    Come puoi vedere, anche in questo caso, sei in buona compagnia (la mia!).
    Ciao Annalisa, a presto

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