lunedì 4 ottobre 2010

Reti neurali...

È notizia dell’11 ottobre 2006: “I risultati su Nature: aperta la strada anche per la crittografia quantistica. Primo teletrasporto di luce e materia. Straordinario esperimento in Danimarca: si apre la possibilità per computer in grado di trasmettere informazioni senza rete fisica”.
Purtroppo questa scoperta è solo di oggi, perché mi avrebbe fatto comodo circa quattro anni fa…
AA è arrivato in ufficio, tutto garrulo e contento, le guanciotte rosse, perché viene in bicicletta, il sigarone pendente dalla bocca, ma ha il fiato per pedalare? e quello strano cappotto di loden con la mantellina, Sherlock Holmes è il suo ispiratore?
Per non parlare del panciotto bordeaux e dei cachecol fantasia che fanno a pugni con il resto.
Comunque sia, si spenzola dallo stipite della porta dell’ufficio tuonando, «buongiorno ragazze! Tutto bene?». Coretto mio e della Lucilla, «buongiorno dottore, benissimo grazie! E lei?».
Anche se veramente non ce ne frega niente, ma l’educazione è un condizionamento molto forte, più forte dell’odio, evidentemente! «Bene, bene» borbotta lui, e poi guardando nel vuoto prosegue, «ah, e mi porti quella lettera là, quella degli avvocati che abbiamo mandato qualche giorno fa…», chiude la porta e se ne va.
Panico!!! Punto uno, chi gliela deve portare? Punto due, chi di noi l’ha scritta e quando? Punto tre quali avvocati e per quale pratica? Punto quattro, mavatteneaffanculo, che ci risiamo di nuovo!
Come fargli capire che siamo due entità distinte, con esperienze diverse e modi di lavorare agli opposti e che quindi se chiede qualcosa deve chiederla alla persona cui l’ha fatta fare e se non si ricorda, come è evidente, perché, a quanto pare, siamo completamente intercambiabili per lui, almeno che dia qualche dettaglio in più per poterci permettere di capire cosa cazzo vuole?!?!
Secondo me è convinto che io e la Lucilla siamo in rete, così lui dà il comando vocale, i nostri microchip si mettono subito al lavoro in tandem e zacchete, che salta fuori la letterina!
Ogni volta che succede penso con invidia al tenente Ura dell’Enterprise che, con quel suo strano aggeggio nell’orecchio ha accesso a tutte le informazioni del computer di bordo in un battito delle sue lunghe ciglia.
Come vorrei che l’avessimo anche noi, sarebbe più facile sopravvivere!
O magari potremmo farci impiantare un microchip sotto pelle, con tutti i dati relativi alla società salvati lì dentro… ne parlerò con il Pierpaolo, dopo tutto, lui lavora in una ditta che produce microchip, magari può aiutarmi.
Nel frattempo stiamo freneticamente cercando di indovinare almeno il soggetto. Spulcio tutte le mie belle cartelline piene zeppe di file, ordinatamente archiviati per pratica, ma non trovo niente di abbastanza attinente alle vaghe indicazioni fornite da AA.
Sbircio sopra la spalla di Lucilla e mi viene un colpo!
Ma come archivia le lettere sta deficiente? Sembra che ogni volta che ne produce uno nuovo, lo salvi in un’unica cartella chiamata “Documenti”, senza nessuna logica e se non l’ordine cronologico dato dal computer… come fa a ritrovare le cose???
O meglio, ecco spiegato perché non le trova mai!
Le chiedo: «scusa Lucilla, ma e i documenti vecchi, che magari al momento sembrano non servire più, ma possono diventare un vero incubo se te li chiedono e non li hai, dove sono?».
Mi guarda con quella sua faccia piatta e larga, che sembra abbia sbattuto contro un muro subito dopo la nascita e mi dice, con un sorrisone «ah, ma guarda, io dopo un po’ quelli vecchi li cancello, cosa li tengo a fare?».
Di nuovo mi assale il desiderio di strangolarla o di tirarle almeno una sberla, tento un sorrisino, che mi viene molto stirato e dico «ah, ecco!», mi siedo e cerco di recuperare la calma.
Tre mesi dopo, all’ennesima crisi isterica nell’ufficio di AA, urlando «o io o lei!!!!», la trasferiscono al marketing, che è il posto adatto alle cretine come lei, che buttano ore al telefono a sparare cazzate, non sanno organizzare un archivio, né impostare una lettera scritta in un italiano almeno accettabile e per carità, non si accenni a fare traduzioni, che sono talmente noiose, così me le spupazzo tutte io, come anche le revisioni dei documenti in inglese maccheronico prodotte da quella piaga dolorosa di Montironi.
Alle cretine come lei, furbette e un po’ zoccole, si adatta molto l’attività nell’ambito della comunicazione, infatti alla Lucilla piace tanto sculettare in presenza di esseri di sesso maschile, non importa neanche se vecchi, brutti e bavosi, purché con i pantaloni e questa è l’unica cosa che ho visto fare a tutte quelle che lavorano nel marketing.
D’altra parte, prima di improvvisarsi “assistente di alta direzione”, come recitava l’annuncio cui io ho risposto, faceva l’account da McDonald, e ancora io mi interrogo, primo, cosa faccia in realtà un account e secondo cosa fa di preciso da McDonald sto cazzo di account???
Probabilmente sta alla cassa e distribuisce i panini e le patatine, visto come Lucilla si destreggia con i lavori di ufficio!!!!!


Ottobre 2010, la mia amica Gillette aggiunge alla mia idea delle reti neurali:
Executive Proactive Mentalist Assistant, che prevede e sottende a doti di innegabile utilità quotidiana come la Lettura del Pensiero Manageriale
2.0, Ubiquity for Assistants (questo ancora in versione Beta) e Smile for Efficiency Pro per smaglianti sorrisi ad ogni ora del giorno.

Nessun commento:

Posta un commento