giovedì 21 giugno 2012

Alla fine sono i manager che non sanno davvero cosa vogliono

Riprendo un post di qualche mese fa per confermare che le aziende e in particolare i manager, non sanno cosa vogliono, o meglio, non ammettono che quello che vogliono è un'assistente succube, supina e sottoposta.

Tu puoi presentarti per quello che sei, dicendo quello che sai fare e anche come lo sai fare, ma loro non ti ascoltano, sono solo ingolositi dal curriculum interessante e dall'idea di avere una persona con molta esperienza e con grandi capacità, salvo poi non usarle e sentirsi complessati nei confronti della "segreataria che ne sa più di loro".

Quando se ne rendono conto, quando capiscono che sei davvero competente, che puoi fare la differenza, hanno paura, paura di essere detronizzati, di perdere il potere, la faccia e chissà cos'altro.

Se hai una laurea, due master, diversi corsi di specializzazione e 20 anni di esperienza e il tuo capo una laurea in scienze politiche ottenuta in 5 anni, è ovvio che ci saranno problemi.

Il cretino, invece che cercare nella sua assistente un'alleata che potrebbe evitargli di infilare una serie di figure barbine, comincia a vederla come il "nemico" e così scatta ogni tipo di abuso, generalmente amano quelli verbali - l'urlo belluino, mentre i più bastardi utilizzano quello psicologico, continuando a criticarti a dire che non sai fare le cose, mentre tu cerchi disperatamente di capire cosa stai sbagliando.

Cosa stai sbagliando?

Niente, sei solo più intelligente e in gamba e lui, disgraziatamente lo ha capito.

In aggiunta lui ha il potere, tu no.

Così passi dei mesi infernali, continuando a fare il tuo lavoro il meglio possibile, considerate le circostanze, finchè un giorno, capisci che non puoi andare avanti in quel modo, che il tuo fisico sta urlando di dolore da mesi e che sei finita in un loop di pensieri funesti che ti hanno prostrata fisicamente e psicologicamente.

Senza contare che, salvo il fatto di aver un marito molto paziente, anche il tuo matrimonio scricchiola, perchè avere in casa una che ha un pensiero fisso e da quello non riesce a schiodarsi, è abbastanza seccante.

Quindi facendo i conti abbiamo:
  • salute a pallino
  • matrimonio in emergenza
verso
  • capo bastardo
  • lavoro idiota (è sempre privo di contenuti quando il capo è un simile deficiente)
  • stipendio considerevole
risultato:

con i tanti soldi ci si può pagare le cure mediche e psichiatriche.

Non vedo altri vantaggi.

Conseguente scelta: lasciare il lavoro per recuperare la salute.

Ma ora quando faccio un colloquio, come gliela racconto sta storia?


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