sabato 14 luglio 2012

La storia di CMC

La prima volta che l’ho incontrato a uno degli infiniti ed estenuanti colloqui durante i quali mi mancava di illustrare le mie capacità professionali solo alla signora delle pulizie, ma non ho mai avuto modo di conoscere il mitico amministratore delegato, la prima volta, quindi, mi è sembrato un uomo piacevole, forse un po’ troppo sicuro di essere bello e simpatico – la bravura non è emersa né allora, né mai.
In una occasione si era addirittura alzato per prendere il vassoio del caffè dalle mani di una curiosissima segretaria che allungava il collo per vedere chi ero.

Ho capito dopo che era tutta una recita e che il pantalone alla caviglia, nuda, con piede infilato in mocassino di morbido camoscio, su cui mi era caduto sbadatamente l’occhio, erano segnali importanti da non sottovalutare.


Solo dopo la fine del tour de force di ben 8 colloqui, e in virtù del fatto che io ero stufa e gli avevo dato un ultimatum, ricevo il contratto di assunzione e comincio a lavorare.


Ed è stato allora che ho scoperto da pettegolezzi interni, che il job posting interno, durato mesi, non aveva dato frutti e, nonostante inquadramento e stipendio proposti fossero davvero considerevoli, nessuna aveva voluto accettare il ruolo, e che quando ero stata contattata la prima volta, erano già 6 mesi che cercavano anche fuori – con metodi piuttosto artigianali, come molte altre cose fatte lì dentro da persone che sono dei totali incompetenti – e nessuna era stata considerata adatta.


E’ stato allora che la mia curiosità si è risvegliata, perché nessuno vuole venire a lavorare qui?

Risposta: perché i gay sono i migliori amici delle donne, ma è meglio non lavorarci insieme.

Una cara amica mi ha detto che sono dei veri bastardi perché vedono le donne intorno a loro e vedono quello che non potranno mai essere.

Teoria che è condivisibile.

 
CMC è peggio di un gay, è bisex, praticamente un voltagabbana che fino a pochi anni prima era fidanzato con una gran bella donna, è sicuramente un esteta, e poi, come si suol dire, ha colto un’occasione, e si è piegato a 90 gradi, con alterne incursioni nell’antico territorio di caccia, perché il lupo perde il pelo ma non il vizio.

 
Non sono una bigotta né omofoba, ma scoprire, durante simpatiche chiacchierate con le colleghe, che CMC è arrivato in quel ruolo di rilievo in quel modo, mi ha fatto incazzare.


Si dice che le donne devono fare il doppio della fatica per arrivare a ruoli manageriali, studiano di più, si impegnano di più e fanno molti più sacrifici, molte, arrivate a i vertici, vengono insultate e accusate di lavoretti sotto la scrivania del capo per ottenere corsie preferenziali e adesso ci troviamo anche a dover concorrere sullo stesso territorio con i gay???


Almeno prima la troiaggine era tutta nostra, adesso abbiamo anche la concorrenza!

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